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STORIA DEGLI IMPIANTI DENTALI

STORIA DEGLI IMPIANTI DENTALI

Gli impianti dentali costituiscono una delle opzioni terapeutiche di sostituzione dei denti mancanti più popolari e predicibile a disposizione nello studio dentistico. La garanzia di successo e beneficio di cui oggi disponiamo non è stata conseguita dall’oggi al domani, sono occorsi molti anni, ricerche, sperimentazioni cliniche e verifiche dei protocolli per poter disporre della qualità implantare moderna. Gli impianti dentali possono godere di una storia piuttosto lunga che li ha consentito di diventare ciò che i dentisti adesso chiamano il “gold standard” delle opzioni di sostituzione dei denti. Se sei mai stato curioso di sapere come sono nati gli impianti dentali, questo articolo è stato proprio pensato e scritto per te offrendo una sequenza temporale che parte dall’antico Egitto per arrivare ai giorni nostri.

2500 aC: gli antichi egizi usavano un sottile filo d’oro per effettuare delle legature e stabilizzare i denti naturali che erano stati colpiti da una grave parodontite che ne aveva compromesso il supporto tissutale e di conseguenza la stabilità. Sono soluzione che oggi fanno sorridere ma che allora costituivano l’avanguardia terapeutica dell’odontoiatria più ricercata.

500 aC: gli Etruschi utilizzavano delle fascette in oro, personalizzate mediante tecniche di fusione e saldatura, che supportavano dei denti finti ricavati da ossa di bue per ripristinare i denti mancanti.

300 aC: i Fenici usavano denti scolpiti nell’avorio e stabilizzati con filo d’oro per creare dei ponti dentali di tipo fisso.

600 dC.: i Maya usavano pezzi di conchiglia impiantati nella mandibola che possiamo accreditare come primissimo tentativo di realizzare degli impianti dentali. Le radiografie di numerose mandibole appartenute agli antichi Maya, eseguite dagli studiosi negli anni ’70, hanno mostrato che la crescita ossea attorno agli impianti-conchiglia era simile a quella che vediamo oggi con i moderni impianti dentali.

800 dC: le popolazioni dell’odierno Honduras realizzano e posizionano un impianto dentale mandibolare in pietra.

1700: il chirurgo scozzese, il dott. John Hunter, suggerì l’idea di trapiantare i denti da una persona all’altra. Realizzò un esperimento in cui impiantava un dente non completamente sviluppato nella cresta di un gallo. Il dente si integrava perfettamente nella cresta di gallo e, addirittura, i vasi sanguigni dell’animale crescevano nella polpa del dente.

1500-1800: in europa si comincia ad usare una varietà di dispositivi per stabilizzare i denti affetti da una grave parodontite. Nei casi di mancanza di alcuni elementi dentali spesso si utilizzavano, trapiantandoli, denti provenienti da persone svantaggiate o da cadaveri.

1913: il dott. EJ Greenfield sviluppò un primo impianto dentale moderno. Si trattava di un cilindro cavo reticolare realizzato in iridio-platino saldato con oro. La forma era stata progettata per adattarsi all’interno di un’incisione circolare praticata nell’osso mascellare del paziente.

Anni ’30: I dottori Alvin e Moses Strock, due fratelli che hanno ricondotto i criteri biomeccanici delle protesi d’anca al posizionamento degli impianti dentali, svilupparono una vite ortopedica dentale realizzata con una lega di cromo-cobalto. Ai due fratelli viene attribuito il merito di aver posizionato il primo impianto endosseo di successo e di aver trovato un metallo biocompatibile per gli impianti dentali.

1938: il dott. PB Adams brevettò un impianto endosseo cilindrico filettato all’interno e all’esterno, ma liscio attorno al bordo gengivale. Un’ottima intuizione verso la realizzazione degli impianti dentali moderni.

Anni ’40: Il padre dell’implantologia moderna, l’italiano dott. Formiggini, sviluppa un impianto endosseo in acciaio inossidabile. Questo dispositivo consentiva all’osso mascellare di crescere attorno al metallo. Il medico francese, il dott. Raphael Chercheve, realizzò le prime frese dedicate per creare un design ottimale che potesse agevolare l’inserimento e l’adattamento dell’impianto. Il dott. Gustav Dahl sviluppa l’impianto sottoperiosteo, un tipo di impianto dentale che si posiziona sopra l’osso mascellare invece che al suo interno. Questo primo design è stato poi successivamente migliorato da altri dentisti tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50.

Anni ’60: Il dott. Cherchieve sviluppa l’impianto a spirale con doppia elica realizzato in cobalto e cromo. Il dott. Giordano Muratori ne migliora successivamente il design aggiungendo una filettatura interna all’impianto per supportare una corona protesica.

Il dott. Leonard Linkow, nel 1967, sviluppa due varianti dell’impianto a lama, una rivoluzione dell’implantologia di allora.

1978: il dott. P. Branemark presenta un impianto filettato a due stadi in titanio che era stato utilizzato sui pazienti sin dal 1965. A Branemark va tutto il merito di aver scoperto accidentalmente il fenomeno dell’osteointegrazione: nel 1952, conducendo un esperimento sul flusso sanguigno nei conigli con piccole camere in titanio posizionate nei loro femori, osservò la ricrescita ossea spontanea all’interno delle camere. Si capì che il titanio è altamente biocompatibile con l’osso e molto resistente alla frattura. Più tardi negli anni ’90, il dott. Branemark ha introdotto nella pratica clinica avanzata gli impianti dentali zigomatici, questi vengono inseriti nelle ossa zigomatiche invece che nelle ossa mascellari per le persone che hanno subito una significativa perdita ossea.

Dagli anni ’80 ad oggi, sono state apportate modifiche allo scopo di ridurre il tempo necessario per lo sviluppo dell’osteointegrazione. Attualmente i protocolli relativi all’implantologia dentale permettono di ottenere un tasso di successo eccezionalmente alto attestabile attorno al 97%. Ad oggi, l’implantologia, è considerata la migliore opzione di sostituzione dei denti mancanti ma ad essa dobbiamo necessariamente aggiungere il concetto relativo all’importanza delle terapie chirurgiche ad essa associate. Oggi il concetto non è più tanto quello della sostituzione di un dente mancante quanto quella della riabilitazione estetico-funzionale in grado di performare nel tempo. Ecco che dobbiamo necessariamente parlare di tecniche integrate: rigenerazione orizzontale e verticale, parodontologia, rialzo del seno, aumento dei volumi ossei e utilizzo di strumenti e soluzioni in grado di permettere a queste tecniche di funzionare e portarci verso reali benefici.

Qui nello Studio Banti e Randellini siamo specializzati in questo tipo di soluzioni e ve ne parleremo in nostro prossimo articolo.

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